Premesso che la prescrizione di psicofarmaci è di pertinenza di un’altra figura professionale, cioè lo psichiatra, l’integrazione psicofarmaci-psicoterapia è certamente da valutare in almeno un paio di circostanze:
- Nel momento in cui una persona diviene pericolosa per se e per gli altri;
- Quando il livello di sofferenza è tale da compromettere troppe aree (lavoro, relazioni interpersonali ect..) nella vita di una persona;
Gli psicofarmaci sono utili nella misura in cui facilitano il lavoro psicoterapeutico, e non quando vengono usati “difensivamente” per non affrontare le proprie difficoltà e la propria sofferenza Per esempio un paziente che soffre di ansia può desiderare la prescrizione di psicofarmaci semplicemente per attenuare la propria ansia, senza voler riflettere sul perché e sul senso dell’ansia stessa. Un discorso analogo può valere per la depressione o per altre forme di disagio psicologico. Quindi, prima di procedere con un’eventuale integrazione psicofarmaci-psicoterapia, è necessario valutare lo “spirito” con cui ci si approccia all’utilizzo di psicofarmaci.