Le statistiche sulle coppie di oggi non sono affatto incoraggianti:
la percentuale di divorzi si avvicina al 50% e per molte coppie che rimangono insieme, come purtroppo spesso mostrano frequenti fatti di cronaca, le cose non sembrano andare particolarmente bene.
Viene spontaneo chiedersi perche’ l’uomo e la donna si cercano, perche’ si sposano o comunque diventano compagni di vita?La risposta e’ elementare: siamo di fronte a un bisogno primario e imprescindibile – Natura e Cultura ci hanno costruito per la relazione.
Fromm ne ‘ L’ ‘arte di amare’ dice che se l’uomo e’ realmente consapevole d se stesso, si sente un’entita’ separata dal Tutto della Natura e la ricerca della relazione e’ anche ricerca di ricongiungimento dell’Uno col Tutto. Si può anche ricordare l’antico mito del dio ermafrodita in cui perfettamente e armoniosamente congiunti erano il maschile e il femminile, che un altro dio invidioso separo’, provocando lo squilibrio, l’ansia di solitudine e la ricerca di ricongiungimento.
Gli individui, anche se hanno questo bisogno primario di relazione, sembrerebbero poco in grado di gestire un rapporto di coppia. Ciò in parte è dovuto al fatto che le coppie moderne si trovano in una situazione psicologica che le coppie dei decenni e secoli passati non conoscevano. E’ solo da relativamente poco tempo che nella coppia entrambi i partners hanno un potere decisionale nei confronti delle loro stesse vite, infatti fino a non molto tempo fa la società relegava la donna ad essere solo madre e moglie senza darle la possibilità di scegliere un destino diverso. Nel nostro contesto culturale il divenire coppia non e’ piu’ legato anche a necessità di natura economica in grado di garantire la sopravvivenza dei partners attraverso una rigida divisione del ruolo maschile da quello femminile, come poteva per esempio accadere nelle società basate su un’economia agricola o in cui c’erano solo lavoro pesanti da svolgere. Oggi, venute in gran parte meno queste condizioni, la coppia nasce per esigenze prettamente relazionali. Ciò conferisce alle coppie moderne una libertà che le coppie del passato non conoscevano, una libertà che dal punto di visto psicologico impone anche una maggiore responsabilità verso se stessi e verso l’altro.
Fromm ne “L’arte di amare” fa notare che attualmente una relazione ben funzionante in una coppia è legata ad una ben precisa condizione psicologica degli individui che formano la coppia stessa , che lo psicoanalista ha descritto con queste parole: “Posso stare in piedi o camminare senza bisogno di grucce, senza dover dominare o sfruttare un’altra persona: l’amore e’ figlio della liberta’, mai del dominio”. Per libertà Fromm intendeva un individuo con la sua personalità, con le sue idee, con la sua autonomia, con la sua identità, ma che ha la libertà di sapersi aprire all’altro, senza avvertire il bisogno di imporsi.
Per fare ciò è necessario saper riconoscere quella controparte che e’ dentro di noi, il maschile nella donna e il femminile nell’uomo, che ci permette di stabilire un contatto realmente autentico e profondo con l’altro.
Essere un ‘uomo’ non si esaurisce tutto nel genere ‘maschile’, cosi’ come quello di ‘donna’ nel genere ‘femminile”. Il maschile e il femminile sono qualità da sempre presenti nella psiche di un individuo.
I caratteri del maschile sono la forza, l’azione, il verbo, il pensiero e derivano dal Logos; quelli del femminile sono la ricettività, la passività, il maggior contatto con la Natura e tutto ciò che ruota intorno al regno dell’Eros.“Nessun uomo” dice Jung “e’ tanto virile da non avere in se’ nulla di femminile”, anzi c’é da dire che “la rimozione dei tratti femminili fa si’ che queste pretese controsessuali si accumulino nell’ inconscio. Allora l’immagine della donna diventa per l’uomo il ricettacolo di queste pretese e l’uomo nelle sue scelte amorose soggiace alla tentazione di conquistare quella donna che meglio risponde al particolare carattere della propria femminilita’ inconscia. Questa stessa cosa avviene nella donna che proietta il suo ‘Animus’ inconscio sull’uomo che trova piu’ simile al suo materiale maschile proiettato”.Il proiettare su una figura esterna la nostra parte inconscia finisce con il generare un legame di dipendenza molto forte che diviene un dramma nel momento in cui l’altro non si adegua più alle nostre proiezioni. La dipendenza si trasforma in una rabbia che si manifesta con il voler rendere l’altro come piacerebbe a noi, costringendolo in un ruolo che non è il suo. Il fallimento di questa operazione genera una conflittualità perenne all’interno della coppia stessa. Conoscere se stessi diventa quindi un obbligo: sia perchè solo così si può reggere il fatto che l’altro può non corrispondere esattamente alla figura del nostro mondo interno, sia perché ci permette di assumere una posizione critica verso noi stessi. E’ solo un impegno serio verso se stessi che permette alla coppia di cimentarsi e integrarsi verso un progetto di vita comune, senza andare a discapito della propria individualità.