La Depressione Post Partum: Come Riconoscerla, Come Intervenire

La depressione post partum è una delle condizioni psicologiche decisamente più sconcertanti che la psiche umana può manifestare, essendo una forma di depressione che si presenta in seguito ad un evento lieto come una nascita. La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha calcolato che il fenomeno nel 2010 ha colpito circa 90000 donne.

COME RICONOSCERLA
Molte donne, nei giorni successivi al parto, sperimentano uno stato passeggero di depressione, il cosiddetto fenomeno del baby blus. Capita spesso che la neomamma, si senta triste e sconsolata senza una ragione apparente, pianga senza motivo e si senta inadeguata e incapace in relazione alle nuove responsabilità.
Sebbene questo stato d’animo possa destare preoccupazione, non bisogna allarmarsi: si tratta di una reazione del tutto naturale legata per lo più alla stanchezza fisica e psicologica del parto, con i relativi cambiamenti ormonali.
Nel momento in cui il baby blus si prolunga nel tempo, anziché esaurirsi spontaneamente entro pochi giorni, si può iniziare parlare di depressione post-partum. Alcuni sintomi ricorrenti sono una marcata irritabilità, con il bambino e con il partner, una difficoltà ad entrare in sintonia con il proprio bambino o disinteresse nel prendersi cura di lui, mancanza assoluta del desiderio sessuale anche a distanza di mesi dal parto. Nei casi più pesanti è presente anche l’impulso di eliminare il proprio figlio, impulso che qualche volta, come tragici fatti di cronaca testimoniano, si impone alla persona contro la sua stessa volontà. Secondo molti specialisti, comunque, il primo campanello d’allarme per la depressione post partum è costituito dalla presenza in gravidanza di episodi di depressione o ansia, oppure da una storia familiare e/o personale di depressione.

CHI COLPISCE DI PIU’
In termini assoluti, una giovane single, con gravidanza non desiderata o inaspettata, appare la donna più a rischio. Una certa dose di rischio riguarda anche donne con problemi di relazione coniugale, con un inadeguato supporto sociale, e/o in difficoltà economiche. Tuttavia la depressione post-partum può riguardare qualsiasi donna, è piuttosto trasversale alle classi sociali, ed in particolare è stato osservato come non risparmi le “donne in carriera”.

LE PRINCIPALI CAUSE PSICOLOGICHE
– La difficoltà ad accettare la diversità tra il bimbo fantasticato durante la gravidanza e il bimbo reale
– Il percepirsi costantemente incapace e inadeguata rispetto alla maternità
– La difficoltà a riconoscere e ad accettare che la maternità può suscitare, oltre all’amore, anche una certa dose di aggressività verso il bambino
– Il totale annullamento di sé, cioè il tralasciare completamente il proprio benessere fisico e psichico perché totalmente assorta dal bambino

In presenza di depressione post partum un intervento terapeutico precoce è particolarmente importante, perché esso oltre a tutelare la madre, tutela il sano sviluppo psicologico del bambino. Tutti gli studi in materia di attaccamento madre-bambino, da Bolwlby in poi, hanno dimostrato come una buona relazione madre-bambino nei primi tre anni di vita ponga le basi per la salute mentale del bambino stesso. Sia perché questa relazione permette di sperimentare la fiducia primaria nell’altro, sia perché la capacità del bambino di riflettere sui propri stati mentali nasce dal fatto che qualcun altro lo abbia fatto in precedenza al suo posto. In presenza di una madre con depressione post partum il bambino ha maggiori difficoltà a sviluppare questi aspetti sopra elencati, perché la madre tende ad essere psicologicamente assente. Purtroppo però, raramente l’intervento terapeutico è precoce perché, la donna oltre a soffrire, prova una profonda vergogna della sua condizione, dei suoi pensieri, e per tale ragione in pochi casi riesce a trovare la forza per chiedere aiuto al partner, a qualche familiare o a qualche specialista.
L’intervento terapeutico dovrebbe essere “globale”: terapia farmacologica; psicoterapia individuale; interventi di assistenza domiciliare di supporto alla madre.
Essendo uno psicoterapeuta, mi limiterò, in conclusione di questo articolo, ad una breve considerazione sulla psicoterapia con una donna che soffre di depressione post partum: ovviamente il percorso terapeutico toccherà i vari aspetti sopra elencati, che in misura più o meno forte a seconda dei casi, appaiono coinvolti nella depressione post partum, ma l’intervento terapeutico non può limitarsi solo a ciò. La nascita di un bambino comporta una radicale trasformazione della propria identità, del proprio ruolo, del proprio modo di vivere le relazioni interpersonali.
Costituisce un momento di passaggio tra passato e futuro, in cui il precedente equilibrio vacilla per lasciare il posto a nuove esperienze. La psicoterapia individuale non può in casi dei depressione post partum non porsi il problema di aiutare la donna a trovare un nuovo equilibrio esistenziale. Ed un ruolo non di poco conto in questo nuovo equilibrio è legato all’accettare il fatto che la maternità non è solo un dato biologico, ma un qualcosa che si coltiva. In altre parole non si nasce mamme, lo si diventa.

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